Sergio Romano il 17 ottobre scorso pubblica un articolo dal titolo “Italia, un Paese afflitto da una crisi di timidezza” http://www.corriere.it/editoriali/17_ottobre_17/italia-paese-afflitto-una-crisi-timidezza-fcef23dc-b376-11e7-9cef-7c546dada489.shtml e scrive:
“...............Douglas Hurd, ministro degli Esteri britannico dal 1989 al 1995, diceva del suo Paese che sa fare a pugni al di sopra del suo peso. Intendeva dire che il Regno Unito ha tutte le caratteristiche di un peso medio, ma si batte, quando sale sul ring, come un peso massimo. Forse esagerava, ma è certamente vero che il Regno Unito, nonostante la scomparsa dell’Impero britannico, ha potuto conservare sino alla Brexit una invidiabile credibilità internazionale. Se dovessi descrivere per grandi linee il ruolo internazionale dell’Italia direi invece che il Paese, soprattutto in questo momento, si batte al di sotto del suo peso.................” e conclude “...............Naturalmente tutto questo accade di fronte a una platea che ci conosce e sa che il Paese è litigioso, quindi meno affidabile di quanto dovrebbe essere una responsabile potenza internazionale. Sono queste le principali ragioni per cui l’Italia, quando sale sul ring della politica internazionale, si batte al di sotto del suo peso............”
Osservo che il Romano non ricorda, come invece ha fatto molte altre volte nei suoi scritti, che l’Italia è un Paese concordatario che cedette una sia pur piccola parte della sua sovranità ad uno stato estero; piccola parte che il concordante ha saputo far crescere ed usare a supporto della sua secolare politica del divide et impera. E’ anche questa una ragione non trascurabile dell’inadeguatezza del peso internazionale dell’Italia.